Verso gli anni 2000 GRUEMP decise di approfondire l’approccio Sistemico Relazionale da integrare in alcuni servizi proposti. GRUEMP ha sempre avuto come focus principale formare le persone nelle proprie relazioni per aiutarle a migliorare i rapporti interpersonali e sviluppare un più coerente scambio comunicativo.
Innanzitutto, dove e come nasce l’approccio sistemico?
Esso nasce da una famosa scuola di ricerca e formazione Americana che è la Scuola di “Palo Alto” fondata intorno al 1965, dagli psicologi Gregory Bateson e Paul Watzlawich e altri. Questa scuola fondò e portò nel mondo alcuni nuovi criteri e pratiche tra questi la Pragmatica della comunicazione e l’approccio sistemico relazionale.
Proveremo a spiegarlo in modo semplice: l’approccio Sistemico relazionale riguarda lo studio degli scambi comunicativi tra le persone vedendole non come dei soggetti isolati, ma visti all’interno e in connessione al contesto in cui vivono, per comprendere così la qualità dei rapporti (RELAZIONI) che hanno tra loro e con altri soggetti.
Il concetto di SISTEMA in questo approccio rivoluzionò tutti gli studi sulla comunicazione umana perché chiarì che è proprio questa profonda consapevole o inconsapevole connessione tra le persone che crea un sistema ricco di variabili, un sistema che concorre poi a determinare il significato dei comportamenti umani e delle esperienze che essi vivono. Quindi la comunicazione che le persone esprimono nei diversi contesti e nei diversi sistemi assume un significato diverso o particolare, soprattutto in base al sistema in cui è inserita la persona.
Qualche anno dopo in Italia, negli anni ‘80-‘90, alcuni studiosi approfondirono l’approccio di queste dinamiche relazionali e Fondarono la “Scuola di Milano” conosciuta poi ancora oggi nel mondo come il “Milan Approach”. La particolarità degli studi italiani fu quella di rendere così centrale il concetto di sistema che dimostrarono come in un sistema “disturbato o malato o disfunzionale” le persone tendono a mantenere il sistema per omeostasi anziché cambiarlo o migliorarlo…questo può sembrare un paradosso, ma è così.
I sistemi umani hanno un’attitudine propria degli organismi viventi, cioè quella di conservare le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne dell’ambiente tramite meccanismi di autoregolazione. Cioè le persone non cambiano se non fanno un atto consapevole di volontà.
Le persone sanno cosa dovrebbero fare ma non fanno ciò che sanno. Ma questo non può essere un alibi per non affrontare le nostre difficoltà e non evolvere in meglio. Le persone sanno che stanno vivendo male, ma piuttosto che rischiare il cambiamento reiterano gli stessi comportamenti comunicativi, questo per confermarsi che è quel sistema lì che li fa stare male. Così possono mantenere un nemico o un colpevole fuori da sè stessi.
Quindi l’approccio sistemico di Bateson e il Milan Approach chiarirono che le persone possono cambiare sistema di relazioni non soltanto attraverso il ragionamento consapevole, ma anche attraverso un cambiamento consapevole di postura, anche non verbale, da portare all’interno del sistema. Le persone possono cambiare un sistema di relazioni cambiando modalità di comunicazione di fronte agli eventi, generando così delle nuove risposte del sistema stesso.
Come sapete il Counselling è la mia specializzazione, in particolare l’approccio Sistemico Relazionale. Precisiamo che non si tratta di un trattamento in alcun modo terapeutico o di cura di un disturbo mentale. Il Counselling Sistemico fonda la sua matrice teorica di riferimento su tre importantissimi paradigmi della moderna “società liquida”:
Il Focus di GRUEMP quindi è quello di ricercare le connessioni tra difficoltà relazionale individuale percepita dalla persona e le caratteristiche specifiche del contesto “sistemico”, in cui esso si manifesta.
Attraverso i colloqui di analisi dei bisogni che conduciamo, comprendiamo se e come possiamo aiutare una persona: attraverso l’esperienza formativa “Corsa nella luce”, oppure con un percorso breve di Counselling, o, come a volte accade, inviando le persone ad altri professionisti che si occupano di curare specifiche “patologie o disturbi” che non rientrano nel nostro ambito della formazione. Attraverso il servizio preliminare a Corsa nella luce, valutiamo assieme al Team se le persone possono innescare il cambiamento migliorativo che desiderano, per modificare in meglio il proprio sistema famigliare, di lavoro, di relazioni sociali, attraverso la riattivazione delle loro migliori risorse personali.
Ecco allora che è possibile comprendere meglio che il counselling sistemico relazionale pone come centrale la questione delle relazioni umane che si manifestano nei diversi gruppi e contesti sociali (famiglia, azienda, altri), dando origine a fenomeni complessi, ma comprensibili se studiati e valutati con attenzione.
Queste dinamiche all’interno di un sistema umano sono modificabili con gradualità attraverso un coinvolgimento diretto dei soggetti che ne fanno parte.
Si può così comprendere il perché abbiamo integrato anche questo approccio in Corsa nella Luce e nel percorso Avventura Vincente, collegandolo con le altre metodologie di formazione esperienziale.
Nel Counselling sistemico relazionale esiste anche l’orientamento aziendale organizzativo, con il quale si aiutano uno o più componenti di un’azienda a coniugare le esigenze della produttività e del suo ruolo, con quelle del benessere individuale e di gruppo attraverso un miglioramento della competenza comunicativa e relazionale.
Nel Counselling Sistemico Relazionale l’esperienza della persona si elabora su 2 dimensioni che sono complementari:
Questa tipologia di Counselling è finalizzata al miglioramento del benessere relazionale delle persone e conseguentemente ad una loro più elevata qualità di vita, attraverso una capacità più autonoma di raggiungere i propri obbiettivi, sviluppando:
Vorrei concludere questo mio articolo con un aforisma del padre di un’altra area scientifica a cui, in certi casi, si fa riferimento anche nella formazione, la teoria della Gestalt. Fritz Pearls, psicoterapeuta tedesco, fu influenzato dal buddhismo zen e dal risalto attribuito dallo zen al tempo presente nelle relazioni tra le persone: il famoso QUI E ORA.
“Io sono io, tu sei tu. Insieme potremmo soddisfare reciproche aspettative. Io faccio la mia parte, tu fai la tua parte. Se ci incontreremo sarà bellissimo, altrimenti non ci sarà stato niente da fare insieme”.
L’aforisma di Pearls ci parla della responsabilità che ogni soggetto si deve prendere in una relazione di aiuto a qualsiasi livello.
Annalisa Tria
Formatrice esperienziale soft skills
Counsellor professionista Avanzato
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Alcuni punti li ho trovati un po’ difficili, ma rileggendo ho compreso e ringrazio come sempre la splendida Annalisa